Mi sento emotivamente sconfitta. Faccio fatica a mantenere il sorriso, a comunicare allegria al nanetto di fianco ai tuoi musi lunghi, alle tue risposte a monosillabi, ai tuoi scatti di nervosismo ed indifferenza. Mi ferisce il tuo atteggiamento di disturbo nei miei confronti e più ancora, ovviamente, nei suoi. Un atteggiamento sicuramente non voluto, perlomeno nei suoi confronti, ma che mi chiedo se sia percepito da lui così come lo percepisco io. Capisco la tua preoccupazione per la sua salute, per la sua crescita, sono le mie stesse preoccupazioni. Capisco meno, anzi, non capisco proprio, il tuo umore da funerale. Abbiamo ciò che da tanto desideravamo, cosa ti manca adesso? È difficile mantenere l’entusiasmo se fai così. Ti scrivo perché sai bene che dovessi dirti tutte queste cose a parole scoppierei a piangere ed ancora una volta non voglio darti la soddisfazione di essere debole di fronte a te che ultimamente t’imponi come avevi promesso, a me, ma soprattutto a te stesso, di non voler fare. E quindi ti scrivo, perché ultimamente mi sto chiedendo troppe volte se hai deciso di non amarmi più o forse di non farti più amare.